“STARE BENE” CON GIRAUDO

Ciò che colpisce già al primo ascolto di questo lavoro del cantautore cuneese Andrea Giraudo, “Stare bene”, è la spiccata personalità con cui padroneggia un patchwork di canzone d’autore d’ispirazione francese, di blues, di r’n’b, di modernariato vintage e di gusto citazionista che stringe in un unico abbraccio l’anticonformismo e l’anima istrionica velata di sottile malinconia di Buscaglione e Ferrer e il gancio pop di derivazione battistiana.

La voce è profonda, robusta e si prende la scena, lanciata sul trampolino nella luce dei riflettori da una strumentazione che evoca il melting pot sonoro degli Anni Sessanta inquadrato dalla prospettiva italiana, provinciale ma non insensibile alle variegate influenze provenienti dal mondo di fuori. Anche laddove l’intemperanza brucia la precisione del sentimento o le liriche non riescono a mettere a fuoco una sintesi poetica affilata, la libertà espressiva, la presenza che si lascia intuire tra i microsolchi, il senso estetico e la qualità dell’esecuzione rendono il messaggio comunque credibile, svariando tra l’introspezione più intima e l’irruenza dello sberleffo, alla ricerca di un’armonia interiore nel mare grosso della vita. Ad maiora. (Andrea Giraudo, “Stare bene” Rossodisera, 2018)

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