“IL TEMPO CHE CONTA” DI SIMONA

E’ questo “Il tempo che conta” di Simona (al secolo Simona Grancagnolo) un album dalle tinte pastello. Cioè tinte tenui, sfumate, leggere. Un lavoro che reca nove tracce di diversi autori, tra i quali spiccano i nomi di Alessandro Hellmann, Rosario Di Bella, Marco Conidi, solo per citarne alcuni. Nomi di personaggi che da anni si muovono nei piani alti della canzone d’autore italiana. Ne scaturisce un lavoro che pare “cucito” addosso ad un’interprete garbata che senza eccessi dipinge con i colori della propria personalità canzoni non sempre eccelse, ma nell’insieme piacevoli,in un contesto certamente pop, ma sufficientemente ricercato.

 

 

S’inizia con “Si può cadere”, canzoncina fragile poco più che sussurrata, dalla linea melodica estremamente semplice e un po’ diluita nel finale.  “Raggio di stella” comincia invece a porre in risalto in modo diverso la voce di Simona e la canzone in sé reca un elemento di curiosità nei passaggi in cui viene cantata in lingua sarda. “Chi è lei” narra di un tradimento, quindi i toni si fanno più cupi senza però mai perdere lo smalto di una buona voce con arrangiamenti a tratti un po’ sopra le righe (a parte un ottimo ma quasi perso “giro” di archi che scaturisce dalle tastiere di Rosario Di Bella). “La vita di un’altra” è una cover che propone in versione femminile il brano che compare sul cd “Sono pezzi miei” di Michele Amadori, un brano che in questa versione risulta gradevole, ma non entusiasma.  “Il suono del tuo nome” è una canzone che torna alla dolcezza dei sentimenti precedendo l’ascolto di “El viento y la mujer” tratto dalla colonna sonora del film “Ovunque tu sarai”, cantato in spagnolo e che richiama scenari esotici “staccando” rispetto alla linea delle altre canzoni sino a quel momento ascoltate.  Ed eccoci a “Il tempo che conta”, la canzone che dà il titolo all’intero progetto e che in alcuni passaggi ci riporta a quelle voci delicate e dimenticate, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, di interpreti piacevoli e “transitorie” (Angelica, Dominga, Lolita ed altre di quell’epoca). In questo brano a fare la parte del leone è però la bellissima chitarra di Franco Presti che offre alcuni passaggi sontuosi. Molto interessante “Tre corvi” che ci rivela una Simona diversa da quella sino a quel punto ascoltata,  un’interprete che vive il brano con forza sino quasi a trasportarci in un clima da tabarin. E si chiude con “Abbracciami”, musica e testo di Di Bella per una canzone estremamente delicata, interamente affidata solo a voce e chitarra, intensa nella sua delicatezza.  E’ questo album di Simona una bella prova che ci consegna un’interprete un po’ fuori dal tempo, ma proprio per questo legata ad un filo conduttore che ci regala nella semplicità e nella pulizia di ogni singola esecuzione un modo di pensare alla musica ed alla canzone che sempre avranno un loro spazio ed una loro dignità, al di là delle mode. (Simona – “Il tempo che conta” – Maremosso 2018)

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