“E’ COSI” L’ALBUM DI DE FELICE

E’ questo “E’ così”, album del cantautore napoletano Eduardo De Felice, un progetto raccolto in undici tracce che suscitano attenzioni e reazioni diverse. Uno dei primi elementi che emerge è la fruibilità di gran parte dei brani contenuti nel cd, una fruibilità radiofonica, quella stessa fruibilità che molti, da anni, dicono di non riuscire più a trovare nelle canzoni del festival di Sanremo che un tempo, all’indomani della loro esecuzione, erano già canticchiati e fischiettati per le strade dai garzoni dei fonai e dalle ragazzine.

Ma è una fruibilità che paga dazio, poiché molti testi di queste canzoni si dissolvono in una leggerezza talvolta eccessiva che rischia di rendere meno definibile la dimensione artistica del progetto. Si apre con “Strade su strade” che immediatamente offre un saggio sugli intenti dell’artista . Il brano che segue, “Acqua torbida”, nelle prime battute ci porta il ricordo di Umberto Balsamo, cantautore in voga negli anni Settanta (“L’angelo azzurro”, “Balla”, “Se fossi diversa” per ricordare alcuni dei suoi successi). In “Amore ciao” De Felice si fa più cantautorale e subito il testo rivela una più ponderata poeticità, ma il brano scivola poi verso un finale troppo diluito, tanto da rasentare la noia. “Cosa posso farci” rivela un buon arrangiamento, meno scontato di quelli dei brani precedenti, anche se la canzone alla fine non si eleva troppo rispetto a quanto sino a quel punto ascoltato. “Possibilità” è una canzone rinunciabilissima, come lo sarà di lì a poco “Giorni alle spalle”. Con “Succede così” tornano ad occhieggiare arie anni 70/80 (per intenderci il ricordo va ai Nuovi Angeli o a Pupo), gradevole l’insieme, ma nulla più. Poi, quando sembra di essere riusciti ad avere dell’artista un’idea definita, ecco spuntare “Al momento sbagliato”, di gran lunga la più bella delle undici canzoni raccolte in questo album; un brano delicato, più ricercato anche nei testi, ben arrangiato, davvero una bella canzone che svetta sul resto della produzione. “Piccola stella fragile” torna allo standard al quale ci ha abituati De Felice con l’arricchimento di un gradevole sax che si spegne sulle ultime note del brano. “Non ci sarò” è un brano senza troppa personalità e si approda alla fine con “E così devo andare” che ripropone il cantautore in una dimensione più riflessiva, con un buon arrangiamento ed una dolce vena malinconica. In conclusione, Eduardo De Felice pare talvolta combattuto tra l’esigenza di “arrivare” al primo ascolto ed il bisogno di mostrare una dimensione cantautorale più profonda, che sa di possedere. Come sa quanto sia più complesso imporre quest’ultima su di una più facile fruizione. Pare accettare dunque un compromesso, che talvolta lo penalizza. Ma per questo lavoro la sufficienza c’è tutta, forse pensando soprattutto a quanto questo artista possa dare più che a quanto con questo album abbia dato.

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