PROFUSIONE: DIECI BRANI DA ASCOLTARE … “A LUCI SPENTE”

“A luci spente” è il titolo del nuovo abum della rock band Profusione, formatasi a Roma nel 1999, quindi con alle spalle un percorso ultraventennale che ha visto la formazione protagonista di numerosissime esibizioni live; interessante anche l’attività in studio con la produzione di quattro demo e due album. Ora, dopo la sosta forzata a causa della pandemia, il gruppo si ripresenta con queste dieci tracce che pongono in risalto il mestiere dei componenti di questa formazione, non estranei alle tentazioni ed ai vizi delle generazioni più recenti dedite al rock, ma dotati di una carica, dal punto di vista musicale, che rende meno vistosi alcuni limiti.

S’inizia con “Come ora” che rivela sin da subito quanto sia più interessante di questo gruppo la parte strumentale rispetto a quella vocal/testuale, ripetutamente sommersa dai suoni. “Difendersi da te” a mio avviso è un pasticcio vocal-strumentale, una sorta di sfogatoio racchiuso in un brano mediocre. “Cambiare pelle” conferma la sensazione di una voce che non sempre riesce a tener testa agli strumenti ed è probabilmente questo il difetto più diffuso tra le rock band attuali ed i Profusione non fanno eccezione. Le cose vanno decisamente meglio con “A luci spente”, un brano piacevole dall’andamento un po’ stanco che nella prima parte si sviluppa intorno ad un giro di accordi piuttosto semplice prima di esplodere in un buonissimo rock. Anche in “Un buon motivo” la voce soccombe per buona parte del brano, ma poi ecco finalmente “Cado da solo”, uno dei due pezzi migliori dell’album in cui le sonorità si fanno più accondiscendenti nei confronti di un testo finalmente percettobile e per niente male. In “Ho imparato a ridere” m’imbatto in uno di quegli artifici che falsano la voce e che non mi piacciono quasi mai, ma qui più che altrove ho conferma che la parte strumentale è la vera forza di questa band (il che non significa che la voce non possa avere un suo ruolo, come vedremo). Ed ecco “Il tuo colpo migliore” che ancora oscura la voce e quindi il testo, ma musicalmente risulta interessante. Poco da dire di diverso rispetto a quanto già detto ascoltando “I miei comolimenti” finchè si approda al pezzo a mio avviso migliore dell’album. “Facciamoci un bagno nell’acido” che, ad onta del titolo che deve piacere a qualche manciata di fans, è un brano che pone finalmente in risalto la voce del gruppo ed è una voce interessante, musicalmente mi riporta alle origini o quasi del rock, quando non era solo schitarramento nevrotico, ma ci si poteva imbattere in brani assolutamente pregevoli ed emotivamente intensi come diverse delle più celebrate rock band del mondo ebbero modo di dimostrare con brani leggendari. I Profusione sono un’ottima rock band nella quale tutti usano con destrezza gli strumenti e non è male neppure la voce, laddove riesce a ritagliarsi uno spazio. E quando lo fa si sfornano i due pezzi migliori dell’album

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