Forse non è sufficiente il termine “ambizioso”, per definire la cifra comunicativa di “Micromega”, ultimo lavoro degli Ottodix, la cui anima ispiratrice nonché frontman è Alessandro Zannier, eclettico personaggio impossibile da ridurre in una singola definizione: cantante, autore, scrittore, poeta, visual artist. Ed anche questa creazione, come il suo autore, non può essere contenuta nelle consuete definizioni di ambito musicale.
Non si limita ad essere un concept album: si espande in un progetto molto più ampio di cui vediamo i primi passi, ma che suggerisce progressioni ora non del tutto prevedibili. Esce infatti contemporaneamente ad una piattaforma online interattiva e navigabile (www.micromegaproject.com) in continua evoluzione ed espansione, contenente i brani del cd che si arricchiscono nel tempo di nuove versioni, ma anche immagini, video, suggestioni, in un viaggio affascinante e dalla destinazione finale ancora ignota. Per tornare ai contenuti più strettamente musicali del cd, ritroviamo in questa prova artistica del gruppo le già note curatissime atmosfere elettroniche, di una qualità pressoché introvabile altrove nel panorama electro-pop italiano. Anche i testi costituiscono una conferma per chi ha già avuto in passato l’opportunità di apprezzare le liriche di Zannier. Tutto l’album risulta pervaso dal senso del neologismo “filosofisica”, termine che non a caso appare nel primo brano “Cern”. E tale senso di fusione tra fisica e filosofia, in un gioco di similitudini e di rimandi, inedito ed intrigante, si snoda senza soluzione di continuità lungo tutti i brani, stimolando riflessioni profonde, mai banali. In progressione dal micro al macrocosmo, si parte dal già citato “Cern” che paragona la misteriosa sapienza del cosmo, riscontrabile in ogni singola cellula, cristallo, disegno naturale, alla ricerca umana del senso del tutto, evocando gli studi sul bosone di Higgs, la famigerata “particella di Dio”, portati avanti proprio nei laboratori di Ginevra. “Elettricità” richiama la continua, logorante, distruttiva tensione emotiva e nervosa che cresce tra gli esseri umani, rendendo così difficili il dialogo e la convivenza. In un crescendo dimensionale, anche “La Risonanza” mette in evidenza le difficoltà della nostra razza a trovare un’armonia, in controtendenza rispetto al resto della Natura. “Il mondo delle cose” riflette su quella sorta di psicosi che ci porta, oggi più che mai, ad accumulare intorno a noi oggetti ed informazioni, senza riuscire a disfarci mai dell’eccesso, e facendoci smarrire nella confusione del troppo. “Micromega Boy” è l’impietoso ritratto dell’incapacità di crescita e di maturazione dell’uomo odierno, troppo preso dalla realtà virtuale e da un vano narcisismo senza costrutto. “Planisfera”, forse il brano più riuscito del cd, punta l’attenzione sull’irrilevanza delle umane ambizioni di potere nell’evoluzione millenaria del nostro pianeta, tema riproposto da un’angolazione un po’ differente anche in “Sinfonia di una galassia”. E’ sarcastico sino all’irrisione “Zodiacantus” nello schernire la credulità di chi basa le sue decisioni sugli oroscopi. Il lavoro termina con “Multiverso”, una sorta di ricerca del proprio senso della vita, raffrontato alla teoria della multidimensionalità. Un lavoro indubbiamente suggestivo, affascinante e di eccelsa qualità, ma altrettanto indubbiamente di non facile fruibilità per il pubblico più ampio.