Ecco un cd che si presenta in modo promettente, delude quasi subito, poi pare pentirsene e finisce quasi alla grande. S’intitola “Malanotte” ed è un progetto dei Lennon Kelly. Progetto molto lavorato, con il coinvolgimento di “forze esterne” come nel caso dei Punkreas, ma vissuto dalla band con uno sguardo rivolto al passato.
Il ricordo di vecchie favole e credenze, il fascino di un certo mistero, un legame ostentato con la terra di Romagna, sono ingredienti che alla fine prevalgono sulle tentazioni di un rock che non ci appartiene, pur senza mai scadere nella semplice rielaborazione di un folklore deja vu. Non ci soffermeremo su ogni singolo brano, cercando semplicemente di fare comprendere la piacevole sensazione dell’intro “Erynfuin” che in meno di due minuti ci introduce in un contesto che subito si rivela diverso dalle attese, visto che “Mazapégul”, ad onta del termine strettamente romagnolo (nella tradizione è il folletto anticlericale che si aggira per la Romagna) spara un rock aggressivo per poi ripiegare un po’ sui toni di un Branduardi incazzato. Più lineare è “Nobel per gli stronzi” brano tutto sommato fruibile sino a che non si diluisce progressivamente. Dal punto di vista strumentale i componenti della band (due fratelli, tre cugini e due amici) sono ottimi musicisti e lo si rileva non sono nei non rari momenti di virtuosismo, quasi sempre entusiasmanti, ma anche quando a parlare è l’insieme del gruppo che non ha sbavature, se non nella versione strumentale di “Malanotte”, davvero troppo caotica. Una bella ballata è “Long Jon Silver” mentre “Survival” è apertamente folk. “Il ballo dell’ultima ora” è il brano più bello del cd, ottimo il banjo di Cristofer “Cisti” Graffieri, che imprime ai suoni un timbro tipicamente western, grande la batteria di Davide “Davino” Paci che scandisce una ritmica straordinaria. Il brano che dà il titolo al cd, “Malanotte”, tradisce le aspettative, ma prontamente si torna a volare con “L’ultima lanterna”, una ballata molto dolce che ci accompagna, come una sorta di piacevole ninna-nanna, verso la chiusura. Nell’insieme ci troviamo al cospetto di un bel lavoro, progetto di una band che rivela potenzialità certamente in grado di approdare a vette più elevate. Tra atmosfere romagnole, western ed irlandesi, la sensazione è che la dimensione live di questo gruppo possa essere ancor più interessante.