LE MANOVRINE DEGLI “AMICI”…… DI ELIO

Le consuete grandi manovre (ma sarebbe più giusto parlare di manovrine) sono iniziate. A poco più di una settimana dall’inizio del Festival di Sanremo, prestando attenzione ad alcuni commenti su facebook, già si percepisce l’ennesima offensiva di molti colleghi che vorrebbero assistere al trionfo di Elio e le Storie Tese. Era già accaduto nel 2013, l’anno in cui il gruppo presentò un brano intitolato “La canzone mononota”. Un’autentica presa per i fondelli del Festival, una canzone francamente brutta, che però l’ala snob della sala stampa, quella che ha sempre affollato i ricevimenti dell’Organizzazione, avrebbe voluto vincitrice. Vinse Mengoni. Elio ed i suoi non la spuntarono e qualcuno in sala stampa si arrabbiò a tal punto tanto da arrivare a dire “…a Sanremo si dovrebbe fare come a Cannes (riferimento al premio cinematografico internazionale ndr), dovrebbero votare solo i critici e non si dovrebbe più dare il voto alla gente…”. Già, perchè la gente aveva chiaramente dimostrato che del pastrocchio di Elio non aveva capito, nulla né aveva avuto alcun interesse a capire. Perchè seguire Sanremo per poi sputarci sopra, pretendendo che i vincitori siano quelli che irridono la manifestazione? E quest’anno, ci risiamo. Già serpeggiano i primi commenti entusiastici sul brano di Elio e le Storie Tese, ma sicuramente anche questa volta il brano sarà elemento secondario rispetto ad una campagna socio-politica, lontana dal mondo della musica che invece dovrebbe essere l’unico mondo ammesso al festivalone. Ed i condizionale non è casuale. Perchè va detto a chiare lettere che se la manifestazione merita rispetto per la propria storia (per questo Elio non dovrebbe neppure esserci), da diverso tempo ormai non è però più rappresentativo della realtà musicale italiana. E quest’anno lo è meno del solito. E’ diventato sempre più una sorta di superfinalissima tra i vincitori dei vari talent; annovera tra i cosiddetti “big” personaggi sulla notorietà dei quali ci sarebbe molto da ridire; vorrebbe in qualche modo celebrare i 50 anni di carriera della divina Patty Pravo e lo fa mettendola in gara con gente come Alessio Fragola. E, per l’ennesima volta, ignora i fermenti del mondo musicale degli indipendenti, preferendo privilegiare ancora gli interessi delle major e dei grandi produttori a discapito di tanti ottimi artisti dimenticati e mortificati. Tutto ciò è in linea per altro con le programmazioni Rai, soprattutto radiofoniche, che hanno progressivamente “spento” la musica indipendente, lasciando spazi immensi a… ciò che rende, rinunciando quindi a fare della promozione e della divulgazione musicale, badando esclusivamente al business. In questa ottica andrebbe ripensato il format del festival di Sanremo, certo non dando spazio ai sarcasmi pelosi di chi da anni sta dentro alla manifestazione (traendone quindi i vantaggi) sbeffeggiandola, sia dal palcoscenico, sia dai banchi della sala stampa.

Giorgio Pezzana

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