E’ un album di esordio, questo “Orpheus” di Fabio Sirna. Totalmente strumentale, gioca il suo fascino attraverso il suono di una chitarra a sette corde abilmente padroneggiata, su un tappeto di electronic ambient.
Il risultato è un lavoro che fa dell’estrema delicatezza di suoni ed atmosfere sia la sua cifra distintiva che il suo maggior limite. Poiché, se in alcuni momenti è facile lasciarsi catturare e trasportare dalle note suadenti della chitarra di Sirna, in altri l’apporto del suo strumento diventa un po’ troppo sfumato, sfilacciato, etereo. Le basi elettroniche prendono un po’ troppo il sopravvento, con le loro ritmiche freddine e gli sfondi sonori vagamente omologati. Con tutto questo, nel suo insieme il lavoro conserva una globale piacevolezza d’ascolto che lo rende un convincente sottofondo musicale per una serata rilassante, o un viaggio svagato. Se possiamo permetterci un suggerimento per i futuri lavori di questo bravo artista, crediamo sarebbe opportuno “riscaldare” la sua musica inserendo qualche apporto strumentale più naturale, ed aumentando il contributo della sua accattivante sette corde.