“Sincronisia” è il titolo del cd dei Tagua, voce femminile e quattro musicisti per 10 tracce di rock forte ed aggressivo. Non vi sono dubbi, questi il rock lo sanno fare e la consapevolezza di ciò matura sin dall’ascolto dei primi due brani (“Sincronisia” e “Come tu mi vuoi”), anzi soprattutto da quelli, perchè nel prosieguo l’album si rivela un poco altalenante.
Insomma, non riesce a mantenere tesa la corda dell’ascolto sempre allo stesso modo. La voce di Emanuela Valsecchi lascia intuire una versatilità interessante, potrebbe fare tutto o quasi ed è per questo che in quei brani in cui viene soverchiata dalla musica il rammarico cresce. E’, quello di questi tempi, un rock che fa spesso a pugni con sé stesso ed il troppo frequente contrasto tra voci e strumenti né è prima testimonianza. “Immagini simboliche” non ha una struttura del tutto convincente e “Carillon” si veste dei colori della voce di Emanuela che fanno passare in secondo piano un andamento tutto sommato banaluccio. “Respiro” e “Polvere”, non sempre convincenti negli arrangiamenti, sono comunque coerenti con il prodotto e con quei concetti di buon rock suggeriti dai primi due brani. “Alice” è forse uno dei brani migliori, con una buona ritmica ed un sontuoso giro di chitarra che spunta quasi a sorpresa allontanando il rischio di un’omologazione che si andava facendo troppo evidente. Non male anche “Senza te”, anche se un po’ appiattito su schemi noti mentre “Instabile” è la traccia meno convincente del progetto. E si approda a “Goccia”, il brano finale che conferma le ottime impressioni sulla voce della cantante dela band, ma che a quel punto è anche il brano migliore in assoluto poiché riesce a porre in giusto risalto il buono che questa formazione può dare. Prima parte quasi melodica, trasognante e poi suoni forti, decisi, pieni, sino a chiudere. La sensazione è che questa band sia anche da vedere e non solo da ascoltare, che abbia dimestichezza con un discreto rock e che dovrebbe dare un po’ più di “rispetto” (le virgolette vogliono sottintendere il tono scherzoso del rimprovero) alla propria cantante, per altro anche autrice dei testi (eccezion fatta per “Immagini simboliche” che è di Silvio Valsecchi). Le musiche sono del chitarrista Paolo De Feudis.