LA FINTA SOBRIETA’ DI SCUDELLARI

“Lo stretto necessario” pare essere non solo un titolo, ma quasi un avviso per gli ascoltatori del cd di Giacomo Scudellari, che fa di una finta sobrietà una sorta di marchio che va a scandire le nove tracce che caratterizzano il progetto. Finta sobrietà, perchè se è vero che l’intero cd non è caratterizzato da slanci iperbolici, è altrettanto vero che ogni brano rivela un’accuratezza che non può sfuggire, a cominciare dai testi, per approdare ad arrangiamenti solo in apparenza semplici.

S’inizia con il divertente “Cantico della sambuca”, una canzoncina ironica, quasi per bimbi, non fosse per un testo che certo banale non è e per la voce di Scudellari che si rivela subito piana e pulita. “Morirò in una taverna” presenta un testo originale, una linea melodica semplice, un bel supporto di fiati e….un finale simpaticamente garbato. “Un mese in Provenza” è un brano un po’ più impegnativo, nulla di complesso, sia chiaro, non è nelle corde di questo cantautore, ma anche in questo caso nulla di banale, anzi. “A poter scegliere” si pone con un altro bel testo anche se musicalmente il brano rivela qualche cedimento. “La luna ha sempre ragione” è piacevole, buoni gli arrangiamenti ed a tratti qualche passaggio assume un contorno vagamente deandreiano, il tutto incorniciato dall’ottima tromba di Enrico Farnedi. E arriviamo a “Chiedi e ti darò”, un ritmo apertamente country con i consueti intrecci di allegorie e paradossi, tipici dei testi di Scudellari e poi “Cose che sai” con un testo originale e la sempre limpida voce del cantautore. “Addio alla tristezza” è un testo costruito e cesellato in modo assai appropriato intorno ad una sensazione che diviene via via un auspicio ed ancora una volta i fiati hanno un ruolo decisivo nel fornire un colpo d’ala al brano. E si chiude, con “Lo stretto necessario” che dà il titolo all’album. Un’eccessiva profondità dei bassi “sporca” una cazone che nell’insieme non rende quanto dovrebbe (meglio in dimensione live). Pur con un testo interessante, è forse uno dei brani “diretti” del cd. Come si diceva, siamo comunque al cospetto di un progetto gradevole, studiato e tradotto con semplicità anche laddove appare evidente l’intento di trasmettere messaggi più complessi. Scudellari è un buon cantautore, che sa scegliersi i compagni di viaggio. E non solo tra i musicisti, visto che anche il package affidato al progetto grafico di Davide Bart. Salvemini conferma l’immediatezza dell’insiene. Produttore dell’album è Francesco Giampaoli.

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