ECCO “INDICO” DEGLI ISIDE: ELETTRO-POP UN PO’ COSI’…

S’intitola “Indico” ed è il primo Ep degli Iside, cinque tracce tra elettronica e pop che alla fine dell’ascolto lasciano più di una perplessità. La questione è sempre quella: può piacere oppure no, ma la musica elettronica ha una sua dignità ed una sua espressività. Per questo non può essere ridotta a dei semplici effetti, che per altro in questo caso non risultano neppure sorprendenti o (e questo è peggio) del tutto coerenti.

Il primo brano è “Fantasmi”, probabilmente il migliore, pur nella stranezza di atmosfere rarefatte in modo un po’ forzato ed una linea melodica lieve che ne fa un buon brano d’atmosfera. “Paradiso” induce invece ad una domanda a proposito del modo di cantare della voce del gruppo, una domanda che mi fa scaturire un sorriso, ricordando quando a porla era un buffissimo Paolo Villaggio: “Ma questo signore è italiano?” (è pur vero che nella presentazione del progetto si parla di linee vocali abbozzate in inglese, ma qui si percepisce solouna voce troppo spesso indistinta a prescindere dalla lingua che usa e che, per altro, non si coglie). La cannzone è un pop soft che mi ricorda a tratti Alan Sorrenti e che si perde in un finale confuso. “Cosa volevi da me” ci conduce in una dimensione nella quale voce ed effetti s’impastano sino ad uccidere e parole su di una linea melodica flebile ed un arrangiamento troppo essenziale. E siamo a “Disobbedisco”, canzone che dura un minuto e 46″ (la brevità dei brani in questo caso è comunque un’ottima scelta e lo dico senza alcuna ironìa, atmosfere e musiche di questo tipo, se troppo trascinate, divengono stucchevoli). Chiude “Indico”, cioè il brano che dà il titolo all’Ep. E’ un brano discreto, pur con le consuete perplessità sul cantato, ma il motivo “arriva” meglio degli altri, lasciando quindi una sensazione piacevole. Nell’insieme però questo Ep non pare raggiungere l’obiettivo di una sufficienza che non c’è per troppe ragioni: l’uso un po’ buttato lì degli effetti elettronici, un cantato spesso in disarmonia con i suoni, brani complessivamente di scarsa fruibilità, poca originalità rispetto a chi già percorre o ha percorso i sentiieri dell’elettronica pop. C’è di che riflettere.

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