Il “Rosso” di Pescosolido

E’, quello di Flavio Pescosolido, “Rosso”, un cd che si distingue per la trasversalità degli argomenti che affronta. Parla d’amore e di marziani, di auto e di gente, di bambini e del vivere quotidiano. Un lavoro che, come avrebbe detto lo scrittore ligure Vittorio G. Rossi, s’immerge nella vita come un biscotto nel latte. Ciò che a tratti sconcerta però, al di là di un apprezzabile intimismo che caratterizza parte dei brani inseriti nel progetto, è una lentezza eccessiva, un non riuscire a trovare quel guizzo che quasi sempre caratterizza una canzone, talvolta rendendo piacevole anche la mediocrità. Ed in questo caso, i brani, che mediamente mediocri non sono, risentono ancor più di una strana stanchezza, talvolta accentuata anche da un’interpretazione un po’ troppo monocorde. Pescosolido non ha una gran voce e probabilmente lo sa. Ma ad un cantautore, ancor più della bella esecuzione, si richiedono emozioni. Lui ci prova con alterna fortuna, talvolta difettando negli arrangiamenti un po’ troppo sobri, talvolta cercando di comunicare una scossa in brani come “L’automobile”, che escono dalla dimensione più tenebrosa per andare alla ricerca di spunti scherzosi. Dal punto di vista autorale, dimostra di avere delle idee. Ma il loro sviluppo tradotto in canzoni, non sempre premia l’intuizione. Si tratta di aspetti non trascurabili, dei quali l’artista dovrebbe tenere conto nel suo prossimo lavoro.

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