E’ una bella sorpresa questo album del gruppo Noon, “Rami”, che alla fine dell’ascolto lascia nelle orecchie e nella mente sensazioni piacevoli. Undici tracce, certamente non tutte eccellenti, ma accomunate da una sicurezza esecutiva e da una coerenza propositiva che rivelano contorni di professionalità senza incertezze.
Lo si comprende sin dall’ascolto del primo brano, “Juno”, che rivela suoni molto puliti che esortano all’ascolto, una buona linea melodica, pur nella sua semplicità. “Guerra sugli alberi” è un buon pop che comincia a stimolare una certa attenzione anche per quel che riguarda i testi e con Roberto Dellera special guest che rende più rotondi i suoni. Sempre di ottima levatura il livello musicale anche in “Heidi 12 A”, con arrangiamenti delicati che ancor più colpiscono nel brano successivo, “Salici”, per la capacità di assecondare un testo che la voce convincente sa rendere più profondo; interessante il finale del brano. “Mille rami” tenta di prendere un poco le distanze dalle precedenti dimensioni, senza strappare e tutto sommato ci riesce, anche se il brano in sé non è eccezionale pur rivelando, come tutti gli altri, una dimestichezza evidente con le sette note da parte di tutti gli esponenti della formazione. In “Is”, brano tutto strumentale, l’atmosfera si fa più intensa ed a tratti quasi misteriosa. E non spiace neppure la versione di “Annarella”, brano di Giovanni Lindo Ferretti che ha molto da dire sul piano più prettamente musicale. Bene la live session di “Duluth”, andamento soft che scorre via in un’atmosfera vagamente ovattata mentre “Scatola 1” stenta a prendere la stessa andatura del progetto nel suo insieme, la struttura del brano non è del tutto convincente, la linea melodica incerta; tuttavia, anche in una traccia non del tutto riuscita c’è del buono nel violocello di Jacopo Conoci. Ultime battute prima di approdare alle conclusioni. “Valdaro” non è propriamente indimenticabile mentre “Giganti (I ragazzi di Aberdeen)” chiude con la voce piana e piacevole di Lorenzo Forte, che è anche autore di tutti i brani contenuti nell’album ad eccesione di “Annarella” ed “Is” scritta da Antonio Tunino, altro componente della band. Non si può che dir bene di questo progetto, in parte sperimentale ma non troppo, fatto di buona musica e spesso anche di buoni testi, non pensato per una fruibilità immediata, bensì per la valorizzazione dell’ascolto. Il che, di questi tempi, assume anche una valenza educativa.