EMANUELE COLANDREA ED IL SUO NUOVO ALBUM “UNO”

Da qualche giorno è in circuitazione “Uno”, il nuovo album di Emanuele Colandrea, un cantautore della provincia di Latina che di questo disco ha fatto tutto, ma proprio tutto, dalla scrittura agli arrangiamenti, dalla parte strumentale al mix sino alla masterizzazione. Il suo primo lavoro è del 2015 e s’intitola “Ritrattati”, canzoni rivisitate con tre inediti; poco dopo esce un Ep intitolato “Canzoni della fine dell’anno”; l’ultimo lavoro prima di “Uno” era uscito nel 2022.

Ma veniamo al nuovo disco che racchiude tredici tracce, che se fossero state una decina avrebbero probabilmente tenuto una media/voto complessiva più alta. Colandrea si presenta con “Sabbia e cemento”, che alla fine risulterà uno dei brani più riusciti del progetto; la sua voce è forte e chiara, con un timbro non indimenticabile, ma ben calibrata nell’approccio con la parte strumentale e con arrangiamenti non sempre del tutto convincenti (già in questo primo brano nasce qualche perplessità). In assoluto la canzone più bella è “Andiamo, camminiamo, lavoriamo” perchè è caratterizzata da un testo molto interessante che si risolve più volte con il tratteggio di concetti ben definiti eduna linea melodica di buona fruizione. Molto picevole nella sua delicatezza è “Osso di mela”, così come piace il buon andamento di “Sarà bello”. Colandrea è un cantautore vero, di quelli narranti, che con le parole e la musica riescono ad accompagnarti in viaggi immaginari nei quali può accadere spesso di ritrovarsi immersi. E questo è un requisito che ancora permette di dare un senso alla parola “cantautore”, oggi spesa con grandissima generosità tanto da averne ricavato una sorta di assuefazione e non più quella severa classificazione di chi con le sue camzoni riesce a creare un mondo. Tornando ai brani, non male anche “Con le mani nella guerra” e, a tratti, “Amarsi è rivoluzione”. Annovero invece tra i brani meno riusciti, soprattutto “Un giorno tre autunni”, “Siamo fatti” e “A forza di essere gente”, cedimenti fisiologici che forse avrebbero potuto essere evitati riducendo ad una decina le canzoni del progetto. A conti fatti comunque, Colandrea risulta convincente, il suo talento nella stesura dei testi è palese come lo è la ricerca di linee melodiche che quando trovano la strada giusta danno vita a pezzi decisamente interessanti. Il suo è un disco che si ascolta volentieri, senza sussulti, ma gradevolmente.

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