CONTROVENTO IL NUOVO ALBUM DI PAMELA GUGLIELMETTI

S’intitola “Cammino controvento” ed è il nuo album di Pamela Guglielmetti, cantautrice piemontese con frequentazioni liguri che torna a proporsi in veste discografica con queste nove tracce e con il coinvolgimento di una bella schiera di musicisti che “vestono” queste canzoni attenuando, in alcuni casi, la spigolosità di testi non semplici. Pamela Guglielmetti ha un respiro artistico che si esprime nella musica, ma che volge talvolta lo sguardo alla letteratura ed al teatro. Chi in questo album cercasse una facile fruibilità verrebbe scoraggiato sin dai primissimi brani.

Il progetto si apre con “Stella del nord” in cui la voce irrompe subito, intensa e limpida, per interpretare un brano la cui linea melodica non è certo immediata e che si avvale di buoni arrangiamenti; la sensazione (che avrò anche in altri brani) è che il desiderio di costruire testi talvolta troppo ricercati rischi a tratti di condurre la dimensione musicale su sentieri impervi. “Un sogno per Cloe” ha un avvio recitato che conferma una certa vocazione teatrale dell’artista, ha un che di fiabesco, ma musicalmente il brano è piuttosto affannoso nonostante il più che discreto arrangiamento. In “Odorerai di sole”, ad ascoltare più attentamente il testo, si ha quasi la sensazione di leggere un libro di prosa poetica, ci si allontana non poco dalla dimensione “canzone” e musicalmente non rimane gran che, al di là del piacevole ed un po’ sorprendente inserimento di una ghironda. Interessante è anche il testo di “Eternità”, anche se siamo ancora un po’ in salita, pur traendo gradevoli sensazione dall’inserimento  opportuno del pianoforte. In “Filo scarlatto”, ci siamo con il testo, un po’ meno con l’arrangiamento che tenta di assecondare un percorso che sfocia solo in un buon ritornello e per il resto va a balzelloni. “Abbi cura di me”, portata al successo al Festival di Sanremo da Simone Cristicchi, è una delle canzoni più emotivamente coinvolgenti degli ultimi anni; il cimentarsi con un brano come questo richiede anche un po’ di coraggio e Pamela se la cava più che dignitosamente anzi, questa canzone le offre la possibilità di dimostrare senza indugi che sa cantare, più di quanto non facciano altri brani nei quali anche la sua voce viene messa al servizio di testi talvolta non semplici da tradurre musicalmente. E “Come sarà” è invece il piccolo capolavoro di questo disco, finalmente alle prese con un linguaggio musicale narrante più immediato, un’ottima linea melodica ed un’interpretazione eccellente che si immerge in una dimensione musicale ampia ed avvolgente. “Il tempo non esiste” scorre piacevolmente mettendo in un paio di passaggi a dura prova l’estensione vocale di Pamela, che in tal senso qualche limite ce l’ha e si va a chiudere con “La stanza dei miracoli” che ci riporta nuovamente in una dimensione quasi fiabesca, musicalità cadenzata a tratti in modo un po’ ossessivo, ma tutto sommato una buona chiusura. Avvertenza per gli ascoltanti: questo disco non può essere ascoltato una volta sola, è a tratti difficile, i testi in alcuni casi risentono di un certo ermetismo e non vi è nessun ritornello destinato a diventare un tormentone. Alcune di queste canzoni potrebbero acquistare maggiore consistenza in dimensione live, considerata anche l’eleganza scenica di un’artista che non smette di ricercare sè stessa.

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