CALONEGO, IN VIAGGIO CON LA CHITARRA

Ci sono due modi per recensire “Dadigadì”, l’album più recente del chitarrista Sergio Arturo Calonego: quello a tutta tecnica, narrando i come e cercando di intuire i perchè questo musicista abbia con il suo strumento un rapporto di reciproca magia, senza riuscire quasi a comprendere da chi scaturisca il primo incantesimo; oppure limitandosi all’ascolto, accettando supinamente di essere condotti lungo percorsi insospettabili, ma sempre coinvolgenti, intensi, a tratti appassionanti.

Indubbiamente l’ascolto degli stessi brani in dimensione live, al cospetto di questo personaggio semplice ed apparentemente austero, acquista ancora più pathos perchè Calonego la chitarra la accarezza, la scuote, la picchia, l’allontana e la riavvicina, la osserva, quasi con tenerezza. Da un rapporto simile non può che scaturire grande musica e “Dadigadì”, prima delle otto tracce contenute nel cd, ne è l’immediata dimostrazione. Talvolta Calonego canta anche, come nel caso di “Delta”, quando la sua chitarra glielo permette e quando la voce altre pretese non ha se non quelle del supporto. Le atmosfere che i brani possono creare sono infinite. Il paesaggio intorno potrebbe essere uno sperduto villaggio andaluso come il tinello di casa, le afose strade cubane come un qualunque pub della nostra città. Basta chiudere gli occhi e lasciare che siano le sue note a condurci, scoprendo che la fine del cammino giunge troppo presto. E la voglia sarebbe quella di continuare.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su pinterest
Pinterest
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su telegram
Telegram

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *