Un album che parte dal passato e approda al presente. E foss’anche solo per questo, avrebbe già una ragione di esistere e di essere ascoltato. Ma proprio ascoltando, si scopre che “Todo el mundo a cantar” dei Cantodiscanto, è un bel cd caratterizzato da una tavolozza di suoni e voci che colorano passioni, stati d’animo o anche semplici riflessioni.
“L’acqua sale”, brano che apre il lavoro di questa formazione partenopea che iniziò nell’ormai lontano 1983 il proprio percorso artistico e di ricerca, “…si basa su alcuni detti e proverbi napoletani…” da quelli di nonna Irene a quelli popolari, traendo inoltre spunto da una Moresca cinquecentesca. Insomma, il cammino si apre all’insegna di una ricerca che va al di là della semplice dimensione musicale. Che infatti acquista crescente consistenza con lo scorrere dei brani, rivelando a tratti aranngiamenti ed assoli strumentali di primissimo piano a coadiuvare le voci piene ed intense di Frida Forlani e di Guido Sodo. “Vulesse addeventare” è una canzone che rispolvera il vecchio tema del “vorrei diventare”, sprigionando la fantasia alla ricerca di qualcosa di diverso da quel che si è. “La muerte” assume presto i contorni di una cantilena per narrare della morte che, curiosamente, vorrebbe difendere da sé stessa un interlocutore che la chiede in sposa. “Guardanno all’orizzonte” traduce con dolcezza le sensazioni di un velista che si accompagna al mare e si abbandona al vento. E poi “Dint’a nu mumento” che trae spunto dall’imprevedibilità dell’esistenza, mutevole e spesso sorprendente (il contrappunto di flauto è davvero interessante, come lo è l’alternarsi delle due voci he conferiscono profondità al brano). Ci si imbatte poi in due brani quasi interamente strumentali ( “Come ti piace #1” e “Come ti piace #2”) il primo di coinvolgente intensità, il secondo dagli echi quasi circensi, che preecedono ”W la primavera”, un sorta di piccolo inno alla gioia, anche questo solo strumentale dai toni decisi. “E -E- E- E -E”, sono frammenti di storie come se fossero narrate di sera, intorno al fuoco, come accadeva un tempo. “Voglio ‘o sole” è sostanzialmente una canzone d’amore (una bellissima canzone d’amore, mai scontata pur nella sua dimensione melodica tradizionale) che musicalmente ha richiami a tratti medievali sulla base pulita e dolce di una chitarra classica. “Polka miseria” è un brano all’insegna del divertimento, coinvolgente, tra suoni inusuali, fischi e dischietti e quel gioco di parole che evoca un senso di confusione e smarrimento. E l’album si chiude con “Todo el mundo a cantar”, quasi un’esortazione a proseguire il viaggio intrapreso, ma per vivere e condividere l’inaccettabile morte di un ragazzo maltrattato da chi, invece, lo avrebbe dovuto curare. Un album napoletano, ma non solo per napoletani (come del resto è la canzone napoletana che ha conquistato il mondo), raffinato ma sempre “leggibile”, caratterizzato dalle straordinarie individualità di un gruppo del quale fanno parte Roberto Bartoli, Paolo Caruso, Frida Forlani Ivan Valentini, ma soprattutto quel Guido Sodo che è l’autore di tutti i brani, sia pure coadiuvato, in parte dagli altri membri della formazione e in parte da altri autori. Il cd è prodotto dall’Associazione Culturale Medinsud.