E’ un libretto di una sessantina di pagine edito da Catartica Edizioni. Il titolo è “Adagio con brio – Trentanove poesie e una ‘canzone’” e l’autrice è Claudia Erba, giornalista sarda originaria di Alghero. Un libro dunque e non un singolo o un ep o un album. Perché? Perché in questa raccolta di versi sofferti, contrastati e contrastanti si colloca anche la quarantesima poesia scritta con l’ambizione di diventar canzone.
E questo desiderio al quale l’autrice sta lavorando coadiuvata da alcuni musicisti, rappresenta un embrionale approccio tra poesia e canzone, non certo inedito, ma corroborato da una nuova dimensione poetica che non va quindi a collocare in contesti musicali liriche già vissute in storie più o meno recenti. La poesia non ancora canzone s’intitola “Fil rouge”. «Nel trasformare “Fil rouge” in una canzone» spiega Claudia Erba «mi piacerebbe coinvolgere anche la cantautrice milanese Patrizia Cirulli che, a proposito del suo album “Mille baci” i cui testi sono firmati da Catullo, Merini, Quasimodo, Garcia Lorca, D’Annunzio, per citarne solo alcuni, ha espresso un concetto che sento molto mio: “Non si tratta di accompagnamento musicale, ma di approcciarsi alle poesie come fossero testi di una canzone”. Un certo ritmo spirituale, una disposizione d’animo, una sorta di musicalità interiore mi pare precedere la composizione poetica. come affermava anche Shiller». Per quanto riguarda le altre poesie che compongono la raccolta, già vivono ora di una dimensione musicale. «Le letture “live”» aggiunge l’autrice «sono accompagnate da atmosfere create dal musicista e produttore Salvatore Papotto in istant-composing, attraverso l’ausilio di basso elettrico con pedaliera multi effetti, loop station e campionamenti con synth. Papotto mette in scena una autentica estetica dell’imprevisto non reinterpretabile, ma che potrebbe forse rappresentare l’origine di un’opera fonografica».