IL “SUPERMARKET” DEI DURACEL

“Supermarket” dei Duracel, con le sue dodici tracce fatte di canzoni brevi (nessuna va oltre i quattro minuti e parecchie stanno al di sotto dei tre) è un album difficile da commentare. Non perché lo siano i suoi contenuti, ma perché quando arrivi al dodicesimo brano ti accorgi che se ti fossi fermato al sesto nulla sarebbe cambiato.

Gruppo punk sin dalle origini e non di primo pelo, i Duracel mostrano sin dal brano di apertura, “Come una volta”, che il punk lo sanno fare perché strumentalmente sono “sul pezzo” e musicalmente sono sul genere. Ma, via via che scorrono le canzoni, ci si accorge che, non fosse per i testi, potrebbe essere tutta una canzone sola. Ed allora nascono i dubbi: il punk è davvero tutto qui? Oppure è questo gruppo che, pur sapendoci fare, non è riuscito in questo progetto a trovare la forza di un decollo convincente? Poi si prova ad immaginare le stesse canzoni in una dimensione live. Ed allora sembra di cogliere un’energia diversa, anche se le perplessità rimangono. A favore della band va detto che diversi testi sono interessanti (o quanto meno originali, come “Nessuno è mai uscito vivo da Italia ‘90”) e, ancor più, che nonostante la pienezza e talvolta anche l’invadenza musicale, di quei testi si coglie pressochè ogni frase. E’ un elemento importante poiché sono ormai troppe le band che fanno dei testi semplici elementi di supporto, spesso incomprensibili, per il loro bagno musicale forsennato. “Supermarket” non è quindi un prodotto da buttare, ma sul quale riflettere in prospettiva di altri progetti. Avvalendosi comunque di una sufficienza risicata e nulla più.

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