LE DODICI TRACCE DI MARCO RO’

La musica d’autore si amalgama ai suoni pop rock nell’album “A un passo da qui” del cantautore romano Marco Rò uscito per l’etichetta Romabella Records. Dodici tracce introspettive che affrontano tematiche sociali accompagnate da un’accuratezza nel suono grazie anche agli arrangiamenti di Fabrizio Palma e le diverse collaborazioni che hanno dato vita a questo album.

Si inizia con “La lista”, un bel pezzo ritmato e che si lascia cantare dopo un paio di ascolti: un invito a pensare meno e a vivere di più il momento. Come dargli torto? La vita vissuta dietro le sbarre dà solo “Immagini a righe”, la seconda traccia ci regala un buon testo ed un ottimo connubio tra le voci di Marco Rò e Marco Conidi. “Tutto quello che non sai” è la storia di un amore che finisce lasciando dentro ognuno sofferenza, ricordi e rimpianti. Sulla stessa scia “Ale”: fa male ricordare ma poi come sempre tornerà il sereno anche nei cuori più sofferenti. Molto bella. In “La scala mobile” le prime note rimandano a “Just my imagination” dei Cranberries, l’assonanza dura pochi secondi, ma quel tanto che basta per non far emergere con una propria autonomia il brano. Si prosegue con “Dune”, una ballad che si fregia della voce della giornalista Laura Tangherlini, ma nel complesso il brano non è particolarmente entusiasmante Il suono di un pianoforte apre “A un passo da qui”: Marco rivolge le sue parole alla Siria dilaniata dalle guerre. Sono temi importanti questi, ma in troppi ne cantano ed è un attimo ormai pensare che si cerchi un facile consenso. Si cambia scenario: “Sul paradosso” è un bel blues di quelli che ti immagini un nightclub, il gangster, la diva e odore di sigaro. Sicuramente tra le tracce che più ho apprezzato, quella che più si è distinta dalle altre. Predominante il suono del pianoforte nel brano “In blu”: “…la musica fa più male ancora delle tua parole…”. Sono i ricordi il tema portante del pezzo. Si va in Russia con “Mosca mon amour” che si avvale della voce della cantante russa Kira Franka. Simpatica nei richiami alle grandi hit del passato come “Gloria” di Umberto Tozzi, “Sapore di sale” di Gino Paoli e “L’italiano” del Toto Cutugno nazionale che proprio in Russia ebbe un grandissimo successo con questa canzone. “C’era una volta” è la fotografia di un popolo propenso più a lamentarsi che a rimboccarsi le maniche. Si chiude con “One step”, versione inglese di “A un passo da qu”i. L’album risulta piacevole nel complesso ma ad una ipotetica domanda: “lo ascolteresti ancora?”, la risposta è “mi limiterei a non più di quattro tracce”.

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