E’ in circuitazione da pochi giorni “Nuova vita”, il primo album del medico-cantautore Giuseppe Campagnani; originario di Narni, in Umbria, Campagnani vive a Cagliari ove svolge la sua professione medica e frequenta il triennio accademico in pianoforte presso il Conservatorio. In realtà, scrive canzoni da anni, ma sino a pochi mesi or sono erano senpre rimaste nel cassetto, finchè è maturata la decisione di mettere insieme parte di quel lavoro per realizzare un progetto ad uso di tutti, concretamente fruibile.
Immancabile il brano apripista, “Il treno”, uscito solo con qualche settimana di anticipo sull’album che comunque risulta già essere tra i candidati ala Targa Tenco nella sezione Opera prima. Veniamo all’ascolto di questo lavoro caratterizzato da nove tracce che inquadrerei in una dimensione cantautoral-pop. Mi piace molto Campagnani quando dice in una breve dichiarazione affidata al suo ufficio stampa “Ho sempre scritto canzoni, ma non ho mai pensato che avrebbero visto davvero la luce. Poi ho capito che le cose più fragili sono anche quelle che vale la pena condividere…”. In queste parole credo che ci sia una buona parte del carattere di questo cantautore che in un’epoca di voci altisonanti e di proclami, entra in punta di piedi, con garbo ed eleganza. E sono proprio questi i primi requisiti che emergono ascoltando queste nove canzoni. Una sorta di altalena tra sensazioni che è più facile cogliere ed altre, nascoste in qualche meandro, che fanno si che vi siano canzoni più riuscite ed altre forse rimaste nelle intenzioni. Ma tutte per qualche motivo riescono a sucitare interesse poichè Campagnani ha un buon talento compositivo nella fase testuale e quindi i suoi brani sono racconti che non si possono interrompere. Il brano a mio avviso decisamente più riuscito è “Il treno” in cui ci ritrovo la vecchia scuola cantautorale ed un succedersi che parole ed immagini che rendono la canzone di grande coinvolgimento. Un gradino più inietro ci colloco “Dammi la mano”, brano di forte intensità emotiva come “Non è andata così”, malinconicissima canzone d’amore, “Cadono stelle” che pare un tentativo strenuo di salvare i ricordi; interessante soprattutto per il testo è anche “Perdonerai”. Le meno riuscite? A mio avviso “L’arcobaleno” che trasmette un eccesso di stanchezza e “Nuova vita”, il che è un peccato perchè dà il titolo all’intero progetto, ma dà ancje l’impressione di un brano eseguito con il freno a mano azionato. Detto questo, la voce di Campagnani è discreta per questo genere di canzoni, s’intuisce che l’estensione è poca, ma lui sa darle la giusta intensità sull’onda di ciò che va raccontando. Gli arrangiamenti sono mediamente buoni, in alcuni casi (“Dammi la mano”, “Il treno” ed anche “Il viaggio”) direi ottimi. Credo che questo disco meriti la candidatura al Tenco ed è molto positivo che il cantaiutore abbia deciso di estrarre dal cassetto questi lavori, rendendoci partecipi della sua vena artistica.