ILARIA PILAR PATASSINI: “CANTO CONTE”, BEN AL DI LA’ DELLE COVER

E’ per molti aspetti sorprendente l’uscita di questo “Canto Conte”, il nuovo album di Ilaria Pilar Patassini che pone in risalto un’artista poliedrica e coraggiosa. Si tratta di una raccolta di diciotto tracce, tutte cover di brani dell’arcinoto avvocato di Asti, non tutti notissimi ma proprio per questo, in alcuni casi, sorprendenti, al di là dell’interpretazione stessa di Ilaria Pilar Patassini, cantante, interprete ed autrice con un robusto percorso artistico alle spalle.

Un curriculum scandito dalla realizzazione di sei album, innumerevoli concerti in Italia ed all’estero, collaborazioni con artisti di prima fascia, partecipazioni ai principali Festival nazionali di area indipendente con riscontri di primissimo piano ed anche attività radiofonica per la Rete 2 della Radio Svizzera Italiana. Dal 2015 l’artista è anche docente di interpretazione presso l’Accademia di Alta Formazione Officine Pasolini di Roma. Il suo ultimo album di inediti è uscito nel 2023 con il titolo “Terra senza Terra”. Patassini è un personaggio dalle capacità interpretative eccellenti che emergono tutte in questa lunga carrellata di brani di Conte. Non a caso in apertura parlavo di coraggio. Vi sono alcune icone del mondo della canzone d’autore italiana che sembrano pressochè intoccabili: penso a Lucio Battisti, Franco Battiato e, appunto, Paolo Conte. Tre cantautori che hanno saputo colmare le loro composizioni di intensità interpretative uniche, vuoi per le caratteristiche vocali irripetibili, seppure non straordinarie (penso a Battisti), all’intensità quasi mistica che ha trasformato spesso le canzoni in preghiere (penso a Battiato) ed a quel modo ironico, furbo, scanzonato e malinconico di raccontare scampoli di vita di Paolo Conte. Proprio per queste ragioni la reinterpretazioni dei brani di questi personaggi possono risultare talvolta incomplete o un po’ irriverenti (farei un’eccezione soltanto per Alice che reinterpreta Battiato in modo straordinario). Ci vuole coraggio insomma per cantare Conte ed ancor di più per farlo al femminile, trasformando quindi quegli accenti, quegli ammiccamenti e quei toni consunti e vissuti propri del maestro, in percorsi altrettanto credibili, capaci di enfatizzare qualità interpretative diverse ma non meno intriganti. Ilaria Pilar Patassini è riuscita in questa difficile impresa facendo rivivere quelle sensazioni calde tipiche del repertorio contiano e, nel contempo, colorando alcuni di quei brani di tinte anticate che riportano alle canzoni della radio degli anni ’40 e ’50 ed a quelle atmosfere. La sua è una voce incisiva, calda, diretta, che accarezza le note e, verrebbe da dire, che note! visto che ad assecondare questo suo cammino decisamente impegnativo sono musicisti eccellenti come il maestro Angelo Valori, direttore d’orchestra ed arrangiatore, gli archi della Medit Orchestra e solisti del calibro di Manuel Trabucco (clarinetto e sassofono), Danilo di Paolonicola (fisarmonica) con la partecipazione di Alessandro d’Alessandro all’organetto. Non poteva che scaturirne un lavoro superlativo che va ben al di là della semplice raccolta di cover che non si limita a rispettare le versioni originali di ogni singolo brano, ma riesce a personalizzarne ogni esecuzione, sia vocalmente sia strumentalmente. E rende intuibilmente interessante ogni momento in cui questo lavoro si trasformerà in un recital live.

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