Dietro una copertina che fa il verso a “Sgt Pepper”, in un’edizione estremamente curata come consuetudine in casa Squilibri, si nasconde un cantautore, Massimo Donno, figlio illegittimo della scuola genovese, animato da un forte senso delle radici e illuminato da una visione progettuale limpida.
Nel suo terzo album, che segue l’interessante “Partenze” (prodotto da Riccardo Tesi), Donno recupera il suono delle bande innestandolo in un contesto cantautorale con un’attitudine che richiama da vicino l’universo di Max Manfredi, pur con una qualità di espressione poetica non altrettanto a fuoco. Ma se anche un certo manierismo di parola appesantisce gli episodi meno ispirati, restano comunque il valore dell’idea e dell’operazione culturale, la selvatica freschezza dell’esecuzione e i contributi eccellenti della Banda de Lu Mbroia e di artisti del calibro di Lucilla Galeazzi e Gabriele Mirabassi. Ad maiora! (Massimo Donno e la Banda de Lu Mbroia, Viva il re! – Squilibri, 2017)