BADMOTORFINGER, IL RUVIDO E IL VELLUTO

E’ un rock molto vibrante e ringhioso quello dei Badmotorfinger contenuto nel loro ultimo ep “Heroes”. Un rock scandito sin dal primo brano, “Hidden Heroes”, ove la chitarra elettrica ci introduce nel mondo di questa band evocando, per intensità e precisione del suono, il rock di anni migliori.

 

Un rock cadenzato nel quale si inserisce la voce potente di Luigi Sangermano, conferendo all’insieme colori forti che ritroviamo anche in “Needle in My Vein”, la seconda traccia ove ritroviamo chitarre penetranti ed una voce ancora più aggressiva. Nel prosieguo del “viaggio” ci si imbatte anche in una sezione ritmica estremamente puntuale e vorrei dire quasi razionale, per quanto di razionale ci possa essere in un rock intenso, che non dà tregua. O meglio, la tregua arriva ed è contenuta nella quinta traccia che reca una versione acustica di “Afterlife”. C’è un qualcosa di sorprendente in questo brano, dopo la forza di quelli che lo precedono, poiché pare quasi un dolce abbandono che pare attenuare la tensione e la rabbia. Musicalmente va ad annoverarsi alla serie….”sappiamo fare anche questo…” ed in realtà lo sanno fare bene. E si chiude con “Resel”, anche questo in versione acustica. Ma questi Badmotorfinger sono una delle rare rock band che quando passa all’acustico non fa rimpiangere i toni più ruvidi. E quando usa i toni ruvidi, non ci pone alla ricerca disperata di una tregua acustica. Ciò significa che questi cinque musicisti qualcosa da dare lo hanno su entrambi i fronti. Qualcuno diceva che prima di pensare a Picasso occorre dimostrare di sapere usare la matita. Parafrasando, se si vuole fare rock duro, occorre dimostrare di saper maneggiare bene la dimensione acustica. E qui ci siamo.

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