“GENTE DI TERRA” CHE DECOLLA PIAN PIANO

E’ “Gente di terra”, album di recente pubblicazione del cantautore Pier Mazzoleni, uno scrigno di sorprese. Non tutte piacevoli, beninteso. Ma che ha il pregio di lasciare la fase più balbettante del lavoro nelle prime due tracce, per poi acquisire una dimensione artistica decisamente più interessante e convincente. Ecco perchè è comunque sempre un errore valutare un lavoro affidandosi solo alle prime battute.

Lo avessimo fatto, in questo caso, avremmo dovuto parlare di metriche dei testi un po’ fragili, di una voce poco convincente, di arragiamenti appena passabili nella loro ingenuità. Ed invece, con il procedere dell’ascolto, ecco che si scopre in questo cantautore una maturità sino a quel punto insospettata, suoni via via più convincenti, arrangiamenti più articolati e complessi. “Uomo di legno”, quarta traccia del cd, avvia questo decollo che procede poi con “Gente di terra”, manifesta nuovamente qualche esitazione, soprattutto nei testi, in “Il terrorista Jo”, per poi spiccare definitivamente il volo con “Una rosa che non c’era”, canzone bellissima, arrangiata con mestiere, così come il brano successivo, “Sono Dio”. Altra canzone di notevole intensità è “Esmeralda” che richiede forse un’ascolto più attento, ma che “entra” e va in profondità. “Cambiamento” sorprende per la teatralità dell’interpretazione, un po’ in portoghese con un parlato finale il cui eco è prolungato da una chitarra spagnoleggiante. E l’album si chiude poi con le coinvolgenti atmosfere di “Per chi”, momento di poesia e di forte cantautoralità. E’ un cammino, quello racchiuso in questo cd, che come tutti i percorsi è fatto di inciampi e di passi spediti, di incertezze sui sentieri e di grandi aperture. Ma Mazzoleni, alla fine, riesce a raggiungere la sua meta, che è quella di trasmettere sensazioni che inducono all’ascolto e laddove lui pare distrarsi un po’ nella rincorsa dei suoi pensieri, ci pensa la musica a fornirgli, sempre, un supporto sicuro.

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