LEDI, UN CUORE DI GRAN CLASSE

Partiamo dalla fine perchè questo cd del cantautore italo-albanese Ledi, “Cose da difendere”, contiene nell’ultima traccia del proprio album, in quell’unico brano cantato in lingua albanese, un piccolo capolavoro di dolcezza intitolato “Zemra ime” (“Cuore mio”). Un brano che potrebbe senza esitazioni essere inserito in quei repertori cantautorali di scuola francese di altissimo lignaggio o tra il meglio della canzone d’autore italiana.

 

 

Ed ora possiamo parlare del resto di questo lavoro che sin dalle prime battute (il brano “Cose da difendere” che è quello che dà il titolo all’intero progetto) ci consente di scoprire in Ledi un autore delicato, dotato di una voce assolutamente convincente ed avvolgente, inserita in un contesto musicale talvolta semplice sino a rasentare la banalità, ma quasi sempre efficace e coerente. Anche quando (e accade spesso) le concessioni all’elettronica possono provocare qualche turbamento, immediatamente ricacciato dai “colori” di arrangiamenti nei quali nulla prevarica su nulla ed alla fine si trae il beneficio di un equilibrio non casuale. Il secondo brano, “Telemaco” ci consente, dopo le belle sensazioni iniziali, di apprezzare con maggiore attenzione anche i testi, che spesso vanno a braccetto con la poesia. “Penelope” ci conferma queste sensazioni prima di approdare a “Devo ritornare al Nord”, brano in cui si cambiano ritmi ed arrangiamenti rendendo l’insieme più incalzante ed immediato. Non male l’idea, non benissimo la sua applicazione, soprattutto negli arrangiamenti qui un po’ scoordinati. “Un tempo” è una canzone virtualmente buona, ma che risente di un calo di originalità rispetto ai brani precedenti e su queste posizioni va a collocarsi anche “Nausicaa”, pur se in questo caso una chitarra dal suono estremamente pulito e soave ci distrae da altri pensieri. “Com’era prima” ripropone il tema dei testi convincendoci ulteriormente della mano felice di Ledi nel coniugare le parole con la musica e, dopo la rinunciabile “Quello che sta in aria” eccoci a “Zemra ime”, il brano che ci ha incantati nell’ascolto di questo album. Ledi è un cantautore di razza ed ha tutti i numeri per dimostrarlo se i contorti percorsi del cantautorato italiano gliene daranno la possibilità. Su questo non scommetteremmo perchè il successo e la qualità del prodotto seguono troppo spesso percorsi tra loro distanti.

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